LA FEDE A SPASSO NEL BLU
Giganti di pietra e selvagge foreste incantate
Itinerario bike Boleto monte Avigno – Un itinerario per gambe allenate, capace di coniugare storia, arte e boschi magici.
Partiamo dal parcheggio con area camper del Santuario della Madonna del Sasso. Imperdibile una visita a questo settecentesco complesso religioso composto da chiesa, torre campanaria e casa eremitale, eretti a strapiombo su una rupe granitica affacciata sul lago (638 m s.l.m.).
PER GAMBE BEN ALLENATE
Dopo aver ammirato il magnifico panorama dal suggestivo piazzale conosciuto come “il balcone del Cusio”, torniamo sui nostri passi e percorriamo la via Madonna del Sasso fino a raggiungere un incrocio dove sorge un antico lavatoio coperto su cui si può ancora scorgere il ricordo di affreschi e iscrizioni.
Imbocchiamo via Monte Avigno sulla sinistra fino a raggiungere un secondo incrocio e imboccare sempre sulla sinistra la via Verso Valpiana.
LA FEDE A SPASSO NEL BLU
La salita prosegue fino a incontrare, dopo una dozzina di curve, bianchi blocchi di granito dalle forme sinuose che spuntano dal bosco. Siamo nella zona conosciuta come i Sabbioni, anch’essa degna di una tappa: abbandonata la sella per qualche minuto ci arrampichiamo agevolmente sulle bianche rocce per godere di un altro suggestivo belvedere sul lago, plasmato dal lavoro incessante di pioggia e vento.
Risaliti sui pedali riprendiamo la strada in salita fra i boschi fino alla Colma della Sella dove, abbandonato l’asfalto, ci immergiamo finalmente nella natura seguendo il sentiero 260. L’imbocco è identificabile da un piccolo spiazzo sul ciglio destro della strada, delimitato da una sbarra in metallo, a fianco del quale inizia la nostra salita. Con costanza percorriamo per 20 minuti la larga mulattiera che si addentra in un bosco di abeti rossi fino a raggiungere l’Alpe Garsura e oltre.
GRANDI CASTAGNI E BOSCHI FITTI
Superata una curva a gomito, incastonata fra due grossi castagni ai due lati della strada, il bosco inizia a farsi via via più fitto, tornante dopo tornate. Con un po’ di fortuna – e con il dovuto silenzio – ci si può imbattere in eleganti caprioli o sentirne il caratteristico abbaio nella stagioni in cui sono in amore. Lungo la salita c’è anche modo di ammirare interessanti esempi di archeologia rurale e industriale di questa terra ricca di risorse minerarie e corsi d’acqua.
LA VETTA DEL MONTE AVIGNO
Senza particolari strappi ma in costante pendenza si arriva agevolmente al bivio con il sentiero 754. Prima di imboccarlo suggeriamo una piccola deviazione di una decina di minuti per raggiungere la vetta del Monte Avigno (1.136 m s.l.m.) dalla cui sommità rocciosa si potranno intravedere la catena del Monte Rosa e il sottostante paesaggio collinare della Valsesia.
A questo punto si può iniziare la divertente – e non banale – discesa fra i boschi. Si raccomanda prudenza sia per il ricco fogliame a terra sia, soprattutto nel secondo tratto, per alcuni canaloni creati dall’erosione del terreno, da aggirare o prendere a bassa velocità.
SET CINEMATOGRAFICO
Nella discesa si attraversa un suggestivo bosco misto, impreziosito da fioriti cespugli di rododendri di montagna e, a seguire, una splendida faggeta, costellata di grandi conformazioni rocciose e piccoli ruscelli che regaleranno atmosfere degne di un episodio del Signore degli Anelli.
Nell’ultimo tratto la discesa si fa più facile, sfiorando i paesini di Artò e Centonara (degni di una veloce visita) e, a conclusione del sentiero, al bel paesino di Boleto, fra piccole strade lastricate e facciate dipinte, dove il tempo sembra essersi fermato.
BOLETO: LA CULTURA DELLO STARE INSIEME
Una tappa curiosa è il Circolo dei Lavoratori, autogestito dagli abitanti del paese da tempo immemore (nessuno ne ricorda la data di apertura). All’interno di un stabile di fine Seicento appartenuto per secoli alla famiglia nobile milanese Giulini, è poi divenuto nel tempo un punto di riferimento per i lavoratori che qui si fermavano per un bicchiere e un boccone dopo una giornata in fabbrica, in cava o nei boschi.
MUSEO DELLO SCALPELLINO
Sempre a Boleto si può visitare il nuovo Museo dello scalpellino, dedicato al durissimo e pericoloso lavoro dei “pica sass”, come venivano chiamano in dialetto gli scalpellini. Dai primi decenni dell’Ottocento alla seconda metà del secolo scorso l’estrazione e la lavorazione della pietra ha caratterizzato questa zona del Cusio occidentale e in particolare la vita di tutti questi paesini arroccati sulla sommità di una formazione di granito, di cui lo sperone della Madonna del Sasso è la testimonianza più mirabile.
In paese si ritrovano le indicazioni per tornare al santuario e chiudere questo inconsueto itinerario sul lato ovest del lago d’Orta. Itinerario bike Boleto monte Avigno.
Itinerario bike Boleto monte Avigno
TIPI DI STRADA
Singletrack: 1,08 km
SUPERFICI
Naturale: 366 m
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Madonna del sasso
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Madonna del Sasso è un comune sparso di 399 abitanti del Verbano-Cusio-Ossola, posto sulla parte occidentale del Lago d’Orta. Il suo nome deriva dall’omonimo Santuario.
Lavatoio
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Antico lavatoio con vasca in cui si possono ancora scorgere antichi affreschi
Boleto
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Boleto è il capoluogo del comune di Madonna del Sasso ed è situato a mezza costa sulle pendici che dallo spartiacque tra la Valsesia e il bacino del lago d’Orta scendono verso questo specchio d’acqua.
Dune lunari
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Piana della sella
Piana della sella
Monte Avigno
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Artò
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Museo scalpellino
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Situato a Boleto è nato per valorizzare il lavoro degli scalpellini che ha caratterizzato questo territorio.
Muretti a secco
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Faggete
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Carambacciolo
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Centonara
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Frazione di Madonna del sasso