TRA VIGNE E CICOGNE DEL MONTE FENERA
Terre di vino in pace con il mondo
TRA VIGNE E CICOGNE DEL FENERA – Preparatevi a una avventura singolare piena di sorprese, a un viaggio tra boschi incontaminati e terre saggiamente coltivate con passione per dare vita a nettare “divino”. Il monte Fenera è un’area adibita a riserva naturale, per proteggere le vaste foreste di castagni, la fauna abbondante e la cultura millenaria contadina tra la Val Sesia e il lago d’Orta. TRA VIGNE E CICOGNE DEL FENERA.
A CAVALLO DI DUE MONDI
Non solo. Il Monte Fenera ospita alcune tra le più suggestive grotte naturali del territorio. Come la grotta Buco della Bondaccia, a quota 690 metri s.l.m., che si sviluppa complessivamente per circa 400 metri con dislivelli interni di oltre 85 metri o, ancora, la grotta delle Arenarie, a quota 770 metri s.l.m., circa 3.000 metri e una profondità massima di 150 metri circa.
GROTTE OSCURE
Così denominata perché si apre nella zona arenacea del monte per sprofondare, dopo una decina di metri dall’ingresso, in cunicoli, strettoie, gallerie e pozzi, in un fitto intrico di passaggi fatto di splendide concrezioni. Dalle cime del Fenera potete ammirare, poco distante sopra Alagna, il Monte Rosa e la piana del novarese vercellese con le sue vigne preziose e infinite risaie.
Il percorso che proponiamo è impegnativo, specialmente nella prima parte dove per la pendenza potrebbe essere necessario spingere in alcuni tratti la vostra bici in alcuni tratti. Punto di partenza è Maggiora, splendido paese di mattoni rossi, ricco di ottime cantine vinicole. Lasciamo la macchina vicino alla pista di motocross e da lì prendiamo il sentiero “Enduro” S1 che con dolcezza ci accompagna nella folta boscaglia.
UN BUON TERRENO PER PEDALARE
La base è ampia e di buon terreno solido. Per circa 2 km si sale gradualmente, quasi senza accorgersene ma, dopo un bivio segnalato in cui si segue la destra, improvvisamente il sentiero si stringe e inizia a salire deciso. Il terreno calcareo si sgretola e si impasta facilmente e i grossi ciotoli sulla via non aiutano nell’impresa. Se non avete gambe allenate e non riuscite a rimanere in sella, in alcuni punti, per circa 200 metri, dovrete spingere il mezzo ma non arrendetevi: la fatica sarà ricompensata da quello che vi aspetta.
CURVE GIOIOSE
Più avanti il sentiero diventa pianeggiante e scivola tra curve giocose in un continuo, lieve, saliscendi. Ben presto si inizia ad aprire il panorama e alle vostre spalle si può ammirare il lago d’Orta. Passato il Motto Ciafera, si raggiunge la cima e un incrocio presso l’oratorio di San Bernardo, patrono degli alpinisti e dei montanari. Costruito nel 1600 con una struttura in sassi al vivo e un’abside aperta sul fronte e sedili in pietra, la piccola il piccolo oratorio è l’anima di questo percorso e un ottimo punto di osservazione: salendo di circa 200 metri potrete ammirare il parco del Fenera in tutta la sua bellezza.
5 VIE SI INCONTRANO
Qui si incrociano 5 vie, tra cui la vostra. Chi volesse allungare il percorso con una deviazione, da qui può raggiungere i villaggi di Maretti e Castagnola, dove è possibile anche trovare dell’acqua potabile. Ritornati all’incrocio seguiamo il sentiero 777, in modalità single track in discesa, che poi si ricongiunge al sentiero S1 fino ad arrivare al Motto della Capretta, dove si apre uno scenario a 360 gradi sul territorio. Da qui proseguiamo scendendo, sempre dal sentiero 777, un tratto abbastanza impegnativo ma percorribile, facendo un po’ di attenzione al fondo levigato dall’acqua.
SINGLE TRACK UNICI
Marco, il nostro compagno di viaggio, e il suo singletrack preciso e divertito ci guida fino alla fine del sentiero che sbuca sulla strada asfaltata Fenera-Boca e uno scenario del tutto diverso ci sorprende con meraviglia: filari e filari di vite preziosa e casotti storici in mattone rosso. In questa area di sosta, in una caldera vulcanica rovesciata a causa dello smottamento dei terreni, sorge una delle zone più preziose per la coltivazione di vitigni autoctoni.
SE VOLETE FARE DIRE UNA PREGHIERA
Scendendo a sinistra lungo la strada asfaltata arriviamo al famoso Santuario di Boca, da secoli importante meta di pellegrinaggi da tutto il Piemonte e oltre. Appena prima del santuario un ponticello e una strada sterrata si infila tra i filari – in prevalenza viti doc Boca – per poi aprirsi a un nuovo scenario: un casale antico circondato da viti. Qui, nei pressi di Cavallirio, incontriamo Silvia, giovane viticoltrice passionaria, che ci racconta la storia millenaria di questa terra e di come ogni giorno cura le sue amate piante che danno un ottimo vino, apprezzato in tutto il mondo.
VIGNE UNICHE DENTRO UNA PADELLA DI MINERALI
Riprendiamo il sentiero per Boca che con facilità ci riporta al paese, per poi seguire la versante coltivata a vite, per condurci fino a Maggiora e quindi al nostro punto di partenza. Prendetevi del tempo per scoprire quest’area, ricca, sia dal punto di vista naturalistico che enogastronomico e culturale. Prenotate una visita alle accoglienti cantine del territorio per rifocillarvi e incontrare le splendide persone che rendono vivo e conservano questo splendido territorio.
TRA VIGNE E CICOGNE DEL FENERA
TIPI DI STRADA
Singletrack: 4,74 km
SUPERFICI
Naturale: 7,64 km
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Il parco naturale del Monte Fenera è un’area naturale protetta situata sulle colline della bassa Valsesia, attorno al monte Fenera.
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Isella
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Cavallirio
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Cavallirio si trova sui primi contrafforti prealpini, alla sinistra orografica del fiume Sesia.
Fa parte del Parco naturale del Monte Fenera.
Santuario di Boca
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Il santuario del Santissimo Crocifisso è un grande santuario nel comune di Boca, tra le colline novaresi. È raggiungibile in auto da Boca o da Grignasco seguendo la SP 32 Boca-Grignasco.
Vigne
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Sul percorso sono presenti numerose vigne